Dove possono puntare le telecamere di videosorveglianza?
Installare un sistema di videosorveglianza è una scelta sempre più diffusa per aumentare la sicurezza in contesti residenziali, condominiali e aziendali. Ma spesso ci si pone una domanda fondamentale: dove possono puntare le telecamere di videosorveglianza senza violare la privacy altrui?
La risposta non è sempre intuitiva, perché occorre tenere conto della normativa vigente, in particolare del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e dei provvedimenti specifici emanati dal Garante per la Privacy.
Telecamere private
Nel caso di impianti installati da privati cittadini per la sorveglianza della propria abitazione, la normativa è chiara: le telecamere devono essere orientate esclusivamente su aree di propria esclusiva pertinenza, come il vialetto d’ingresso, il giardino, il box o il cortile privato. È vietato, invece, riprendere aree pubbliche come la strada, il marciapiede o lo spazio condominiale, a meno che non si tratti di riprese incidentali e marginali, inevitabili per garantire la sicurezza dell’abitazione.
Le immagini raccolte non possono essere utilizzate per fini diversi da quelli dichiarati e, in generale, non possono essere diffuse o condivise, salvo in casi specifici (es. richiesta dell’autorità giudiziaria).
Videosorveglianza condominiale
In ambito condominiale, la videosorveglianza richiede una gestione ancora più attenta. Le telecamere installate per monitorare parti comuni dell’edificio – come ingressi, portoni, scale, cortili o garage – sono ammesse solo se approvate dall’assemblea condominiale, con il voto favorevole della maggioranza dei partecipanti che rappresentino almeno la metà dei. Inoltre, il sistema deve essere configurato in modo da non riprendere aree di proprietà esclusiva dei singoli condomini o spazi pubblici.
Anche in questo contesto, è fondamentale rispettare i principi di proporzionalità, minimizzazione dei dati e trasparenza. Ciò significa:
- installare cartelli informativi visibili
- limitare l’angolo di ripresa
- definire tempi di conservazione delle immagini (di norma non oltre le 24 o 48 ore)
- proteggere l’accesso ai dati tramite credenziali sicure.

Attività commerciali e aziende
Per le attività commerciali e le aziende, le regole sono simili, ma si aggiungono alcune specificità. Le telecamere possono essere installate per motivi legittimi, come la prevenzione di furti, il controllo degli accessi o la protezione dei beni aziendali. Tuttavia, devono essere adottate misure idonee a tutelare i diritti dei dipendenti, dei clienti e dei fornitori.
Nel caso in cui le telecamere riprendano postazioni di lavoro, è necessario rispettare lo Statuto dei Lavoratori (art. 4, L. 300/1970), che prevede la necessità di un accordo sindacale o di un’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro. L’azienda è inoltre tenuta a fornire un’informativa chiara e dettagliata sul trattamento dei dati raccolti.
Come evitare errori e sanzioni
Sì, ma anche in questo caso esistono limiti ben precisi.
UIn molti, pur con le migliori intenzioni, finiscono per installare sistemi di videosorveglianza non conformi alla normativa, spesso senza nemmeno saperlo. Basta una telecamera posizionata nel punto sbagliato per ritrovarsi con sanzioni, segnalazioni o tensioni con vicini, dipendenti o condomini.
Oggi non basta più “mettere una telecamera”: serve farlo nel modo giusto, con attenzione alla normativa, alla privacy e al contesto specifico. Ecco perché affidarsi a professionisti del settore fa davvero la differenza.
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